Nuove opportunità per i nomadi digitali nel 2024
In un mondo in continua e rapidissima evoluzione, le aspettative e le opportunità offerte dal nomadismo digitale sono cambiate molto a dodici mesi di distanza: rispetto al 2023, i trend per quest’anno sembrano infatti aprire le porte al lavoro da remoto sia dal punto di vista delle opportunità professionali, sia da quello più istituzionale del sostegno ai lavoratori italiani e stranieri itineranti. Politiche di lavoro ibride e nuovi modelli di business: ecco dove, quando e come conviene diventare nomadi digitali nel 2024.
Quanti sono gli smart worker in Italia?
La maggiore diffusione delle politiche di lavoro flessibile stanno prendendo piede sia in Italia che all’estero, soprattutto in virtù della necessita per le aziende di attrarre nuovi talenti e di tenersi stretti i collaboratori già formati. Senza contare una sostanziosa riduzione dei costi per le imprese in termini di spazi e costi di gestione. Nel 2024 si sta quindi affermando un nuovo modello di lavoro che combina ufficio e remoto, soprattutto nelle grandi aziende: secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, quest’anno saranno 3,65 milioni gli smart worker in Italia, contro i 3,58 milioni dell’anno precedente (circa 70 mila in più). Un numero che dobbiamo sommare a tutti quei lavoratori freelance che hanno scelto e sceglieranno la strada del nomadismo digitale.
Nuove opportunità per i nomadi digitali
Queste politiche aziendali di lavoro flessibile sono da ricondurre per lo più alle esigenze e alla soddisfazione della domanda di lavoratori alla ricerca di maggiore autonomia e libertà, di un nuovo equilibrio più soddisfacente tra vita privata e vita professionale. Non è un caso che la metà degli italiani vorrebbe lavorare da remoto o diventare nomade digitale, come riportato in questo articolo di quotidian.net sulle tendenze del nomadismo digitale nel nostro Paese. Approfondendo i dati della ricerca pubblicata dal quotidiano online, circa il 60% degli aspiranti remote worker sono professionisti over 40, e il 42,7% degli intervistati vorrebbe lavorare nel digitale per avere maggiore flessibilità logistica e per viaggiare.
Dove vivono e dove lavorano i nomadi digitali
Il nomadismo digitale in Italia nel 2024 evidenzia una vera e propria evoluzione del settore anche per quanto riguarda le destinazioni di viaggio e la costituzione di comunità di lavoratori nomadi – qui parliamo delle destinazioni dei nomadi digitali in Italia e in Abruzzo. I nomadi digitali cercano tranquillità e prezzi più accessibili, così il Sud d’Italia, le piccole città, i paesini immersi nel verde e località di mare vincono contro i grandi centri urbani. Il mito della produttività Milanese cede il passo alla tranquillità del paesino Abruzzese, che a sua volta si prepara a ricevere le comunità di smart worker e nomadi digitali allestendo spazi di co-working e co-living. Libertà, tempo per lavorare, spazio per vivere e per dare valore alle relazioni sociali e famigliari: ecco che cosa cercano i nomadi digitali nel 2024.
Cambia il lavoro, cambia il Paese, cambiano le imprese
Questa migrazione lavorativa cambia faccia al Paese, le preferenze abitative trasformano la distribuzione demografica, perché anche gli stranieri scelgono i piccoli centri per lavorare: Milano, Roma, Torino, Venezia, Bologna e Firenze restano le grandi mete turistiche, ma la stragrande maggioranza dei nomadi digitali e degli smart worker (il 93% stando alle stime del Secondo Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia) preferisce i piccoli borghi di campagna per vivere e lavorare, portando così un indotto sostanzioso laddove, fino a poco tempo fa, le persone emigravano proprio in cerca di opportunità professionali. Anche i governi guardano al fenomeno del nomadismo digitale e iniziano a promuovere politiche che favoriscono i lavoratori da remoto, per attrarre l’indotto di cui parlavamo prima. Per esempio, alcuni Paesi propongono visti della durata di un anno con sgravi fiscali per i nomadi digitali.
Nuove opportunità professionali per i nomadi digitali
Oltre alle opportunità offerte dalle aziende e dai governi, il nomadismo digitale in Italia nel 2024 cresce anche insieme alla crescente richieste di forza lavoro e figure professionali sempre più digitali. Gli uffici HR si specializzano così nella gestione del personale da remoto (spesso trasformandosi a loro volta in smart worker), adattando le strategie aziendali a un contesto lavorativo diverso per quanto riguarda benefit e benessere dei dipendenti, costruzione dell’identità e del coinvolgimento dei lavoratori, cultura aziendale e formazione a distanza.
Smart working? Abruzzo!
Il trend è cominciato ben prima della Pandemia, ormai da molti anni i lavoratori chiedono più libertà a autonomia, maggiore flessibilità e indipendenza: settimana corta, smart working e lavoro ibrido stanno trasformando la società e il mondo del lavoro. Così le piccole realtà locali accolgono i nomadi digitali e il cambiamento adeguando l’offerta di servizi al nuovo paradigma professionale. L’Abruzzo rappresenta l’esempio perfetto della trasformazione in atto: sempre più lavoratori da remoto scelgono di vivere e lavorare al mare e in montagna, a contatto con la natura, approfittando di una ricca offerta enogastronomica e culturale, in un mondo dove l’ospitalità è di casa e i prezzi sono abbordabili. In un mondo che molti di noi hanno sempre sognato, ma che oggi possono trovare, attrezzato con uffici di co-working e spazi abitativi accessibili.